Testo e foto di Letizia Sgalambro

A Ottobre è stato riaperto il Centro Pecci di Prato, Museo di arte contemporanea dell’area fiorentina. Dopo più di due anni di chiusura il Centro ha riaperto alla grande, con una esposizione che ha coperto tutti i suoi spazi: La fine del mondo.OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Cosa rappresenta per noi la frase la fine del mondo? Cosa ci evoca? Il Pecci propone un percorso, tutto suo, che può piacere o meno, ma che in ogni caso provoca riflessioni. Si parte da Lucy, la nostra antenata/amica le cui ossa abbiamo visto ad Addis Abeba. Fine del mondo? Forse per lei -e per noi- l’inizio di un mondo nuovo, in cui l’uomo via via acquisterà sempre più potere.

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Fino ad arrivare a conoscere il mondo intero, a crearsi le sue mappe, per poi scoprire che la mappa non è il territorio, e che si possono sostituire le città con le emozioni o gli stati d’animo e crearsi mappe mentali, emotive, filosofiche…

 

Fino a modificare gli elementi, per poi tornare a recuperarli, fino a confondere terra e cielo, o a seguire il branco senza ragionare.

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Difficile descrivere con parole le istallazioni proposte, ci limitiamo a proporvi delle immagini con il suggerimento di andare a visitare la mostra prima che chiuda (19 marzo ’17) ed il consiglio di visitarla con una delle guide del museo, l’entusiasmo e la competenza che hanno offrono un valore aggiunto imprescindibile.OLYMPUS DIGITAL CAMERAOLYMPUS DIGITAL CAMERA

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