Testo e foto di Marco Marcone
Yamal, nella lingua degli indigeni Nenets che abitano questa terra, significa “la fine del mondo”; è un luogo remoto, battuto dal vento, caratterizzato dal permafrost, da laghi e fiumi ed è terra di allevatori di renne da oltre un migliaio d’anni.
I pastori Nenets si muovono con le loro renne alla ricerca del cibo, spostandosi lungo rotte migratorie antichissime. In estate come in inverno, quando la temperatura raggiunge spesso i -50 °C.
Oggi queste rotte sono ostacolate dalle infrastrutture associate all’attività estrattiva, soprattutto quella del gas. Le strade sono difficili da attraversare per le renne e l’inquinamento mette in pericolo la qualità dell’alimentazione.
“Yamal Megaproject” delle società di estrazione è partito negli anni ’90 ed oggi, a 25 anni di distanza, milioni di metri cubi di gas vengono canalizzati in Europa ogni anno.
Non è la prima volta che i Nenets si trovano a dover fronteggiare il rischio dell’estinzione, ma questa volta l’attività estrattiva ed il riscaldamento globale che provoca modificazioni alla vegetazione della tundra stanno seriamente minacciando gli abitanti di questo territorio.
E Lida, una anziana donna Nenets, continua a ripetermi che le renne sono la loro vita ed il loro futuro.