Testo di Fernanda De Giorgi e Ferruccio Nano
Foto di Ferruccio Nano: Geoletteratura e Geografia della Transiberiana

3. La geoletteratura, prassi complementare nell’educazione geografica
Nella pratica didattica la geoletteratura può essere un valido tramite per veicolare lo sguardo dello studente verso una fruizione e un’interpretazione alternativa (e, per certi versi, più profonda) dello spazio.
In quel viaggio speciale che è il percorso di formazione e di apprendimento, la modalità esplorativa geografica più consueta è quella indiretta, ossia quella che avviene attraverso le carte geografiche, col supporto di sussidi visivi e audiovisivi, con l’ausilio del libro di testo… e soprattutto attraverso rappresentazioni descrittive dei sistemi ambientali, urbani, paesaggistici. In realtà, tanti sono gli spazi che i ragazzi “incontrano” grazie alle parole e, aggiungerei, grazie anche alla magia delle parole di un testo letterario.

Nel nostro tempo, dove tutto sembrerebbe noto ed esplorato, la letteratura sembra poter avere ancora funzione di “guida dello sguardo”, poiché lo scrittore può diventare rivelatore di un luogo, disegnatore in parole di un paesaggio. Spesso le ‘belle lettere’ sanno tessere galassie di indizi, attraverso cui leggere e comprendere meglio anche luoghi apparentemente noti.
La letteratura che percorre e racconta spazi geografici genera inevitabilmente una “cartografia” dinamica, in continua evoluzione, capace di creare altre possibilità di rapporto tra uomo e ambiente.
La lettura soggettiva degli spazi affina la sensibilità percettiva, rivela mondi, aiuta a trasformare lo sguardo sommario in “sguardo davvero abitante”. E da tale prospettiva i luoghi riemergono diversi rispetto a prima, acquistano un nuovo senso.

E alla lettura geoletteraria non può non essere associato l’esercizio di scrittura; come ben dice Paolo Rumiz “ Non esiste viaggio senza scrittura”… ( pag.27 in Rumiz, “a piedi”), poichè …“la scrittura è figlia del cammino. Anche i pensieri, anche i ricordi, nascono dal ritmo regolare dell’andare”… (pag. 55 in Rumiz, “a piedi”)
Lo studente può essere invitato a scrivere, a sua volta, narrazioni e descrizioni di proprie esperienze legate ai luoghi, che siano viaggi o semplicemente osservazioni attente sugli spazi del quotidiano. La scrittura può certamente coniugare la creatività e l’immaginazione, all’analisi e alla coscienza geografica e contribuisce a consolidare i legami tra l’individuo e il suo territorio, sollecitando intensi scambi, creando con esso familiarità.
In tal senso si può affermare che la geoletteratura, vista come tipologia particolare di descrizione geografica, costituisca uno strumento interattivo per potenziare anche competenze trasversali. E può essere veicolo di collegamento, di dialogo tra le discipline per dar luogo alla predisposizione condivisa di attività e di laboratori interdisciplinari.
Inoltre può essere anche pensata come strategia funzionale nella didassi differenziata, per progettare percorsi di lavoro strutturato sulla base di livelli e competenze diverse, molto stimolanti, in particolare, per le fasce medio-alte.

4. Una didattica innovativa e motivante
I libri di testo di Geografia già impostati in modo da proporre in parallelo la presentazione geografica (.. geoeconomica, geopolitica..) unitamente a spunti di lettura letteraria di uno spazio, avvantaggiano gli studenti e gli insegnanti, che trovano così materiali già predisposti (si veda un esempio nella foto in apertura). Ciò non toglie che si possano attuare attività di questo tipo anche in modo autonomo e originale, sia da parte del singolo docente, sia in seno a progetti interdisciplinari tra gli insegnanti, in primis di Lettere e di Geografia.
Gli insegnanti traggono spunto da queste interazioni per sollecitare non solo confronti e discussioni, ma anche attività laboratoriali, nonché prove di verifica che coinvolgono più discipline.
Nella concreta attuazione della didattica geografico-letteraria è stato osservato un maggiore coinvolgimento degli studenti nelle attività, sia attraverso variegati commenti personali sia attraverso autonome proposte di nuove ipotesi progettuali e di ricerca.
Infatti in certi casi è possibile far nascere “attività geoletterarie” con protagonisti gli studenti stessi. Essi, dopo aver individuato la tematica, ricercano letterature e descrizioni geografiche coerenti, che in qualche misura possono anche essere autoprodotte. In questa flipped classroom gli insegnanti come noto hanno ruolo di stimolo, coordinamento, consulenza e ascolto.
Il lavoro svolto (da singoli o da gruppi di allievi) dopo la condivisione all’interno della classe potrà, se le condizioni lo permettono, anche essere presentato all’esterno della stessa.
Con le geoletterature, quindi, l’apprendimento può arricchirsi di curvature che stimolano negli allievi emozioni di scoperta e di studio motivato.