Testo Elena Vismara | Foto Stefano Stocco
Val Antrona, diga di Cingino. Un colosso edificato a più di 2200 metri sul livello del mare, un muro imponent, alto circa cinquanta metri, detto “la palestra degli stambecchi”.
In primavera e in estate, se si ha fortuna, si possono vedere gli stambecchi che si cimentano nella scalata della diga, sfidando la verticalità del muro, una pendenza di ottanta gradi.
Da soli o in piccoli gruppi si muovono disinvolti e leggeri, non si hanno notizie d’incidenti e cadute: Il segreto di tanta sicurezza è racchiuso negli zoccoli ampi e molto elastici, nelle articolazioni indipendenti dagli arti, che permettono all’animale di approfittare anche delle minime sporgenze.
A inerpicarsi sono soprattutto femmine e cuccioli, favoriti dalle dimensioni ridotte. A spingerli all’impresa è l’alimentazione che, basata su erba e conifere, risulta povera di sali minerali. Il salnitro presente nelle effluorescenze sul muro della diga, è un integratore scomodo ma necessario.
Alla diga del lago di Cingino, tra tenaci ranuncoli e rocce argentee, capita di avvistare eleganti atleti a quattro zampe.