Testo e foto di Letizia Sgalambro
Queste le parole di Stefano Mancuso all’incontro ieri con Marco Paoli, in occasione dell’ultima giornata della sua mostra fotografica Halleluja Toscana.
E’ difficile fotografare le piante, è per questo che i botanici di solito imparano a disegnarle, ma Marco Paoli ha una bravura particolare nel cogliere le loro caratteristiche e farle parlare attraverso le sue foto.
Marco e Stefano si sono ritrovati insieme a scegliere alcune foto di Paoli, da utilizzare per iniziare a parlare di piante, botanica, clima, natura.
Stefano Mancuso è un fiume in piena quando parla, si riconosce la sua passione in ogni parola che sceglie, e ascoltandolo viene la voglia di accrescere le nostre conoscenze sul tema, di iniziare a unirsi a questa nuova massa di persone che affermano di voler salvaguardare l’ambiente, di impegnarsi per evitare che l’uomo possa sparire nel giro di 50 anni L’uomo, non la terra, che troverà il modo per rinnovarsi e continuare la sua sopravvivenza.
Le piante, ad esempio, rappresentano più dell’85% dell’ecosistema e hanno un’organizzazione interna per propagare e salvaguardare il loro sviluppo che si basa sulla cooperazione, sul mutuo appoggio, a differenza degli animali e dell’uomo per i quali si pensa che sia la competizione la chiave per la crescita e la propagazione della specie.
Quindi forse noi, se non cambiamo le nostre abitudini, spariremo ma le piante sopravviveranno.
L’intelligenza infatti è la capacità di risolvere i problemi per favorire la sopravvivenza della propria specie, le piante hanno più volte dimostrato di averla, e noi?
Stefano Mancuso è anche uno dei curatori della mostra su La botanica di Leonardo, inaugurata domenica scorsa presso il Museo di Santa Maria Novella a Firenze che durerà fino al 15 Dicembre.
Vale la pena andarla a vedere e riconfermare la genialità e modernità di una persona vissuta quasi 600 anni fa. Lui le piante non solo le disegnava, ma le conosceva nel loro intimo, aveva imparato la loro lingua e ce l’ha trasmessa con grande chiarezza.