Testo e foto di Isabella Mancini/
L’università a due passi, ci sono delle lauree oggi, via Balbi è piena di ragazze con la corona d’alloro in testa, familiari vestiti di nuovo, bottiglie di spumante stappate. Dopo pochi metri mi fermo a chiedere informazioni al farmacista sul nome del santo la cui statua si erge sopra alla Volta che porta ai Truogoli di Santa Brigida. Anche lui si confonde con i nomi e chiama un vicino di casa che abita da sempre il quartiere ma nel mentre mi dice “Ma lei di Genova non sa proprio niente eh? Vede qui, c’è la lapide che ricorda il Procuratore Francesco Coco che fu assassinato dalle Brigate Rosse assieme al brigadiere di polizia, Saponara, e all’appuntato dei carabinieri Deiana”. Il vicino aggiunge: “Non passava mai da questa strada il procuratore, chissà perchè quella mattina dell’8 giugno salì per Santa Brigida”. In questi dieci metri di strada la Storia si accavalla, la Salita Santa Brigida con la lapide alle vittime della strage brigatista, sotto l’arco si intravede invece il lavatoio che una volta fu del monastero brigidino e oggi è piazza dei Truogoli di Santa Brigida. Il nome del santo l’ho dimenticato di nuovo.