Testo e foto di Daniela Capoferri/
“Anna, mi aiuti a compilare questo questionario? Serve ad un mio amico, è per la sua tesi. Io però non so farlo da sola, si parla di Fast Fashion e io non capisco nemmeno le domande”
“Dai, lo facciamo assieme”.
Anna e Daniela si mettono sul divano (creato da tre materassi sovrapposti ed uno come schienale) ed iniziano a documentarsi su cosa sia la Fast Fashion perché, si sa, prima di rispondere alle domande bisognerà pur sapere di cosa si sta parlando.
Poi gli elicotteri, qualche sbuffo di entrambe e un commento “mah, è da qualche giorno che hanno ricominciato a volare di notte. Che noia, si dormiva così bene”.
“Quindi dobbiamo dire quante volte in media facciamo acquisti nell’ambito della moda, anzi nell’ambito della Fast Fashion (che ormai abbiamo capito cos’è)?”
“Si, immaginando di essere in Italia, chiaramente”
Poi un fragore, intenso e prolungato.
“Questi però non sono i soliti spari”
“Ah no, questa è una granata. Non lontanissima visto il rumore”
“Eh già”
Anna e Daniela ricominciano a rispondere al loro questionario.
“Ma quindi “apparel” sta per abbigliamento?”
“Mi pare di capire così. Ah, oggi, mi hanno chiamato da Obo*. La LRA ha attaccato un villaggio a 20 km dalla nostra base. Hai sentito Keven?”
“Si, mi ha passato la testimonianza di Flav, 15 anni. Bambino sodato dall’étà di 11 per la LRA**. E’ riuscito a scappare ed adesso è con noi***. Non mi pareva più preoccupato del solito”
“Solita storia?”
“Si, rapito, ammanettato, picchiato. Ha vissuto 2 anni nella foresta, ha dovuto uccidere ed incendiare capanne, ha assistito a stupri e ha dovuto mangiare carne di uomini da lui stesso uccisi. Solita storia, soliti crimini del LRA”.
Poi Anna va a casa sua (che a 10 metri da quella di Daniela, all’interno dello stesso giardino controllato giorno e notte da due guardiani).
Daniela vorrebbe farsi una doccia vera, ma l’acqua non c’è. Leggerebbe volentieri anche un libro a letto ma è da una settimana senza lampadina in camera.
E allora, anche se davvero questa sera Daniela ne farebbe a meno, si ferma riflettere: da quando esattamente gli spari sono diventati “i soliti spari”, gli elicotteri “i soliti elicotteri” e una storia di un bambino soldato “la solita storia”?
Daniela non sa rispondere ma, in fondo, è felice di non avere l’acqua e nemmeno l’elettricità perché stasera andrà a letto in compagnia di questi pensieri che sono “i soliti pensieri” e che spera restino sempre tali.
*Obo è una subprefettura della Prefettura di Haut-Mbomou, nella Repubblica Centrafricana.
** Il gruppo armato del LRA è l’Esercito di Resistenza del Signore. Ribelli provenienti dall’Uganda, i cui attacchi si situano nel nord dell’Uganda, nel Sudan del Sud, nella Repubblica Democratica del Congo e nella Repubblica Centrafricana. L’Armata ed i suoi dirigenti sono accusati dalla Corte Penale Internazionale di aver attuato numerose violazioni dei diritti umani (omicidio, rapimento, mutilazioni, riduzione in schiavitù sessuale di donne e bambini, e impiego nelle ostilità di bambini-soldato arruolati a forza)
*** Dal 2009, COOPI è presente nella provincia di Haut Mbomou, nell’estremo sud-est della Repubblica Centrafricana, dove assiste gli sfollati nelle città di Obo e Zemio, che fuggono dall’insicurezza causata dalla persistente presenza del LRA nella regione. Dal settembre 2015, COOPI ha ricevuto un nuovo finanziamento di nove mesi da parte delle Nazioni Unite attraverso il Common Humanitarian Fund (CHF), per fornire pieno sostegno agli ex bambini soldato e ad ogni bambino che, per mancanza di un sostegno familiare, rischia di essere reclutato dai gruppi armati attivi nella zona.
Daniela Capoferri, Classe ’88, antropologa di formazione, provo a raccontare il bene per passione. Seguo la comunicazione in Centrafrica per l’organizzazione umanitaria Coopi e faccio parte di quelli che non smettono di crederci.
Amo l’africa e gli gnocchi al pesto, in egual misura, ma di solito quando ho l’uno non ho l’altro.