Testo e foto di Marco Turini.
Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire
(Dal film Blade Runner di Ridley Scott, 1982)
A Lucca non ho visto navi da combattimento in fiamme o raggi laser balenare alle porte di mondi sconosciuti, ma ho incontrato delle persone che alla fantascienza ci credevano davvero. Almeno per qualche ora. Si perché se per caso un alieno (reale) sbarcasse sul nostro pianeta ed atterrasse a Lucca dal primo al quattro Novembre potrebbe quantomeno pensare di essere giunto ad uno strano luogo. Un mondo popolato da robots armati di tutto punto, esseri verdi con le orecchie a punta, spiriti del bosco, mostri ripugnanti e fanciulle vestite in abiti di farfalle. Per Lucca Comics & Games, fiera internazionale del fumetto e non solo, gli amanti dell’inverosimile, dell’occulto e della fantasia si precipitano nell’antica cittadella di fondazione romana e la riempiono. Letteralmente.
Ma che cos’è Lucca Comics? Per alcuni è solo un grand guignol di fumettari accaniti, di “nerd” ed inguaribili nostalgici appassionati di cartoni animati e giochi in scatola. Per altri è un appuntamento così importante per i cultori dei cosiddetti “manga” e delle serie tv più celebri tanto da spingerli a vestirsi di tutto punto come i propri eroi virtuali. Molti più probabilmente sono curiosi, accompagnatori, indecisi, altri invece aspettano l’evento ogni anno con “religiosa” trepidazione. Ma chi sono veramente i fan di Lucca Comics? E perché la loro età varia in media dai 7 ai 60 anni? Cosa spinge più di 100000 persone in una sola giornata ad ingolfare le vie di Lucca e ad attendere ore in fila per comprare un singolo biglietto o per farsi fare l’autografo dal disegnatore di turno? Io non posso e non voglio rispondere a queste domande. Non posso perché sicuramente il mio giudizio sarebbe parziale visto che non manco (quasi) un appuntamento da quando non potevo ancora firmarmi le giustificazioni a scuola. Posso solo dire che Lucca è tutto questo ma anche di più. Lucca Comics ufficialmente è uno dei più grandi raduni internazionali per gli amanti del fumetto (nonché dei giochi di ruolo, del fantasy dell’horror, del graphic journalism, dei disegni e dei cartoni animati). È un evento di tale portata da spingere per questa edizione circa duecento figuranti a ripercorrere sotto le mura le tappe della battaglia di Bunker Hill (quella della Rivoluzione Americana) per celebrare l’uscita imminente del nuovo capitolo di Assassin Creed, un gioco dove si vestono i panni di un assassino provetto. A Lucca per un giorno tutti voglio essere “eroi” (o antieroi”). Gli stessi che hanno seguito, letto ed immaginato per anni, durante l’infanzia e l’adolescenza e magari anche in età adulta. Ed i ricordi affiorano come un cameo sacro dai tendoni bianchi di questo “circo” di carta stampata.
Lucca durante il festival si trasforma in un non-luogo animato da gli esseri delle storie fantastiche più popolari. A Lucca c’è chi arriva a spendere 500 euro e più per una singola carta di Magic (il celebre gioco di carte) oppure c’è chi vende merce di scambio fino a cinquanta o cento volte il valore del prezzo originale (provate a contrattare un “Mazinga” od un “Ufo Robot” con scatola originale). Essere a Lucca in questi giorni è anche un’occasione per talentuosi autori emergenti per pubblicare e vendere i propri lavori, per promuovere le più recenti innovazioni tecnologiche nel campo videoludico e del divertimento. Lucca Comics e Games racchiude così tante generazioni da non poterlo più etichettare come un avvenimento isolato. Lucca Comics è una “malattia”, la città storica il luogo di maggiore “contagio” è quelli ritratti nelle foto sottostanti solo alcuni delle sue numerose “vittime”.
Benvenuti a Lucca Comics viaggiatori di realtà fantastiche e colorate, incredibili ed inventate. Per un giorno (o quattro) ci si scorda del buon senso, delle convenzioni e probabilmente delle proprie finanze alla ricerca degli “eroi di carta” e delle virtù di cartapesta.
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