Testo e Foto di Andrea Semplici.
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Matera, Festa di Maria Santissima della Bruna. Due di luglio. Il giorno più lungo della città. Ventidue ore in piedi. Correre, pregare, inseguire, guardare, partecipare, scansare gli assalti, assaltare, toccare, mangiare la pasta al forno, ascoltare i canti e le musiche, scendere nei Sassi per trovare una pace dalla folla e dalla follia. I ragazzi di quindici anni che parlano di ‘tradizione’. I tatuaggi, il corteo dei preti, le proteste contro quello che si crede il potere, la devozione, la passione, la fede. La festa è la rappresentazione del mondo. E’ il mondo.
E io sono un intruso qua dentro. Metto qui oltre sessanta foto. Senza molta attenzione. Un back-stage arbitrario e casuale. Mi accorgo che non ci sono foto dei Cavalieri, scorta regale delle processioni. Me ne scuso con loro. E’ andata così. Questo è solo il racconto del mio giorno di festa. E’ la mia gratitudine a questa festa e a chi la rende possibile. Non spiego molto, capirà poco chi non è di Matera. Questa è una storia ‘personale’ in pubblico. Uno dei ragazzi che assale il Carro Trionfale alla fine della giornata, un tipo con tatuaggi e aria tosta, mi ha scritto su facebook: ‘La tradizione è stata rispettata’.
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