Testo e foto di Letizia Sgalambro
Attenzione: questo è un articolo buonista e, visti i tempi che corrono, forse anche un po’ sovversivo.
La rivoluzione che funziona di più parte dal basso. E più basso di così non si può, visto che parliamo di bambini della scuola elementare.
La rivoluzione in realtà la fanno le maestre che si impegnano ogni giorno, con grandi difficoltà, a portare in classe l’accoglienza, il rispetto delle persone, delle idee e dei diritti.
Attività non solo per i bambini, ma anche per i genitori, in particolare per le mamme, che entrano in classe a imparare l’italiano, a conoscere e farsi conoscere, per stabilire una relazione fra genitori e insegnanti per il bene comune, principalmente dei bambini.
Succede a Sesto Fiorentino, nella scuola primaria L.L Radice, che ieri ha inaugurato la sua piccola mostra fotografica NOI, TUTTI. Accogliere, conoscere, crescere. Mostra che si inserisce in un programma più ampio del comune di Sesto Fiorentino che ha organizzato la settimana di integrazione, interazione e multi cultura chiamato SESTO MONDO e che propone una lunga serie di attività che si concludono con la partecipazione alla marcia della pace Perugia-Assisi.
http://www.comune.sesto-fiorentino.fi.it/citta/sestomondo-dal-1-al-7-ottobre
La scuola lavora da anni sull’integrazione. Un numero sempre crescente di bambini stranieri è presente nelle classi, e dalla prima alla quinta avviene quel miracolo chiamato amicizia che i bambini sanno creare solo se giustamente stimolati. Io non credo infatti che i bambini siano buoni per natura, i bambini rispecchiano ciò che sentono e vedono, e come un campo fiorisce se riceve il giusto concime e la giusta acqua, così un bambino diventa un cittadino se riceve le giuste sollecitazioni che lo aiutano a riflettere e attivare il pensiero critico. E un concorso di disegno su come unire usi cinesi e italiani è un esempio di provocazione che aiuta ad allargare la mente. Così come dividersi gli articoli della costituzione uno per classe per poi attaccare tutti i cartelloni sui muri dei corridoi della scuola.
Che cittadini diventeranno dopo aver sperimentato che si può star bene insieme al di là del colore della pelle e delle differenze sociali e culturali? Quali valori si porteranno dietro dopo aver lavorato sulla costituzione, sui diritti e doveri, e sull’integrazione, dopo aver imparato parole in lingue diverse, nuove tradizioni, cibi, culture? Che cittadino diventa chi impara già a 10 anni a prendersi cura dei più piccoli, dei bimbi di prima per accompagnarli nel loro percorso scolastico e di vita con i consigli nati dalle esperienza che hanno già vissuto?
So che la scuola Radice non è l’unica, che Margherita, Cecilia, Chiara, Serena, Rossana, sono in compagnia di tantissime altre maestre in Italia che ogni giorno fanno una rivoluzione silenziosa ma potente.
Possiamo farlo anche noi nel nostro piccolo, anche se non siamo maestre o educatori. Bastano piccoli gesti, semplici azioni che possono lasciare il segno. E non è poco!