Testo di Isabella Mancini
Nella mia memoria di bambina sono rimasti impressi i suoi occhioni verdi. L’estate dalla nonna era scandita dalla ricerca di lombrichi e orbettini nascosti sotto ai sassi, insegnare a leggere e a scrivere ai conigli e addormentarsi, per il pisolino quotidiano, con le storie caramboliche di questa signora messicana. Anche i ricchi piangono era lì, senza che me ne accorgessi qualcosa di questo modo assurdamente consumistico di fare televisione entrava a far parte del mio bagaglio di vita. Gli anni son passati, anche le soap si sono trasformate ed ecco che, poco prima di buttar la televisione in discarica, mi capita sotto agli occhi Terra Nostra, anche questa telenovela sudamericana, brasiliana in questo caso, che parla di storie di migranti italiani dei primi del Novecento. E diventa argomento di discussione con la nonna, che non se ne perde una puntata (d’altronde è una soap d’autore, firmata dal celebre giornalista Benedito Ruy Barbosa padre di numerose telenovela di successo del paese latinoamericano).
Mia nonna è stata la prima persona che ho chiamato subito dopo aver attaccato il telefono con il Brasile. “Nonna, ho intervistato Thiago Lacerda”. Chi? Mi sento chiedere dall’altra parte della cornetta. “Come chi! Matteo, Matteo Battistella, di Terra Nostra, nella vita fuori dalla scatola si chiama Thiago Lacerda!”
Il suo ultimo film, O tempo e O Vento, di Jayme Monjardim, uscito nel 2013, basato sull’omonima trilogia di racconti di Erico Verissimo, veniva proiettato alla prima edizione di Brasil: Seleção de Cinema: potevo perdere l’occasione di parlare con Thiago/Matteo?
In Brasile, bloccato per le riprese dell’ennesima soap, Gioia Rara, ha ritagliato un quarto d’ora telefonico per scambiare due parole e gli racconto di mia nonna, delle chiaccherate su Matteo e di come Terra Nostra sia stata una telenovela diffusa e amata al pari di Anche i ricchi piangono.
“E’ incredibile questa cosa! Continuo a ricevere mail da italiani che amano alla follia questa soap. Terra Nostra lo abbiamo girato una vita fa: le riprese risalgono al 1999/2000. Ma la magia di questa serie è rimasta, nel tempo, tanto da avere fans ancora oggi. Mi piacerebbe però che gli italiani mi apprezzassero anche per altro.”
Questo altro non sarà O tempo e O vento, polpettone storico in salsa latino americana, che almeno ha offerto la sponda per chiedergli qualcosa sui mondiali di calcio e sul Brasile 2014.
“Certo che guarderò i mondiali, non so ancora di preciso in quale parte del paese ma li seguirò. E’ un appuntamento che ha fatto impazzire tutti, me compreso. Mi piacerebbe che la finale di Coppa fosse tra l’Italia e il Brasile, ma è scontato per chi tiferò! Credo inoltre che siano anche un’ottima scusa per avere una sponda di riflessione politica che nel nostro paese è mancata negli ultimi anni. Stiamo vivendo un periodo politico e sociale complesso, gli scontenti sono tanti e su più fronti. Ecco che forse avere i riflettori del mondo puntati su di noi potrà essere di stimolo alla discussione, al confronto e al dialogo.”
Thiago quando avrà finito di girare le ultime puntate di Gioia Rara forse tornerà a calcare i palchi teatrali interpretando un nuovo Shakespeare, intanto mia nonna ha ricevuto un saluto speciale da Matteo Battistella e voi una introduzione scapestrata al prossimo numero di Erdoto108.
Nella rivista dell’estate 2014 guarderemo all’America Latina, guarderemo al Brasile a cui il mondo guarda soprattutto per il calcio e i mondiali proseguendo il nostro peregrinare in ascolto di storie da raccogliere e narrare.