foto Marco Baschieri e catalogo mostra
testo Silvia La Ferrara
In mostra ancora per poco, fino al 28 febbraio, a Reggio Emilia, i numerosi materiali d’archivio delle storiche Officine Meccaniche Reggiane: luogo, tecnica e persone, tre aree tematiche illustrate da disegni tecnici, fotografie, cartelle personale, filmati d’epoca, oggetti presenti nella fabbrica o negli uffici, progetti e prototipi, materiali pubblicitari.
Dietro alla stazione centrale, le Officine Reggiane sorsero all’inizio del Novecento per produrre treni, proiettili e aerei da combattimento. Teatro di gloriose lotte nel 1920 – con le Guardie rosse che proteggevano stabilimenti e operai, due dei quali negli anni successivi sarebbero stati uccisi dai fascisti -, durante il regime costruirono i caccia della serie RE. Nella fabbrica restò sempre attiva la componente antifascista e le scritte sui muri inneggiavano un po’ a Stalin e un po’ agli alleati.
Retate e arresti erano all’ordine del giorno, tanto che nella fabbrica furono insediati una stazione dei carabinieri e un distaccamento dei servizi segreti militari. Pochi giorni dopo l’arresto del Duce, su migliaia di operai e di operaie che cercavano di marciare verso il centro cittadino fece fuoco un reparto di bersaglieri: nove vittime e dozzine di feriti. Poi arrivarono pure i bombardamenti alleati del gennaio 1944 che rasero al suolo la fabbrica.
Nel dopoguerra si ricostruisce si riparte ma nell’ottobre 1950, di fronte a un piano di 2100 licenziamenti, inizia la più lunga occupazione di una fabbrica da parte degli operai della storia italiana: non si otterrà praticamente nulla, ma lo sciopero durerà un anno intero, durante il quale molti dipendenti, con il supporto dell’intera popolazione, lavorano senza stipendio progettando e mettendo in produzione lo storico R60, un trattore cingolato che voleva dimostrare la possibilità di riconvertire la produzione bellica.
Dal 2008 la sede storica è stata abbandonata ed è rapidamente stata spogliata e variamente occupata. Il Comune ha iniziato un processo di recupero dell’area acquistando e ristrutturando il famoso Padiglione 19, rinominato Tecnopolo, destinato all’innovazione tecnologica con l’Università di Modena e Reggio Emilia.
allo Spazio Gerra, P.zza XXV Aprile 2, Reggio Emilia, Tel. 0522 585654, fino al 28 febbraio
Martedì – venerdì 10.00 – 13.00
Sabato e domenica e festivi 10.00 – 13.00, 15.30 – 19.30
Lunedì chiuso. 25 dicembre, 31 dicembre e 1 gennaio chiuso.
INGRESSO LIBERO E GRATUITO