Testo a cura della redazione

Nel mondo digitale la globalizzazione sembra essere un elemento egualitario ma il cosmopolitismo non viaggia solo in byte, è anche fisico e qui l’iniquità del mondo emerge in tutta la sua forza. Per una gran parte della popolazione mondiale muoversi liberamente, senza essere respinto o essere oggetto di sospetti, è praticamente impossibile. Viviamo quindi in un mondo ancora piccolo dove i passaporti si misurano per i punteggi che hanno grazie all’assenza di richiesta visti. La decima edizione del Lagos Photo Festival vuole riflettere su questi temi e quest’anno ha un titolo decisamente esplicito: “Passaporti”. Il Festival vuole essere uno spazio di usufrutto della cultura egualitario e accessibile libero dai limiti posti da confini e visti.  L’inaugurazione si terrà a breve, il 27 ottobre, e porterà a Lagos il meglio della produzione fotografica africana, dalla Nigeria, sicuramente, ma anche dalla Costa d’Avorio, dal Lesotho, Ghana, Senegal etc. Sarà possibile avere un assaggio del Lagos Photo Festival anche in Italia a novembre grazie alla partnership con PhotoVogue, a Milano (14-7 novembre, dal titolo “Problema tecnico nel sistema: decostruire gli stereotipi”).
Altre informazioni dal sito www.lagosphotofestival.com

decima edizione Lagos Photo Festival