Testo e foto di Marino Da Costa

9_Jesus Christ with veil, Preparing Mysteries

Una piccola e misteriosa isola dell’arcipelago Partenopeo vanta una ricca e suggestiva tradizione di riti pasquali. Siamo a Procida. Sbarcando qui il Giovedì Santo vediamo incedere con passo lento gli apostoli, confratelli della congrega dei bianchi che aprono i riti dei 3 giorni di passione, i confratelli incappucciati, sulle spalle una croce e sulla testa una corona di spine, scortati dai cerimonieri, si avviano a visitare le chiese dell’isola per la celebrazione del sacramento. In ogni chiesa presso altari addobbati con germogli di grano,gli apostoli recitano un’antica Litania. A metà percorso il corteo ferma nella chiesa di San Giacomo, dove viene celebrata la funzione dell’ultima cena. Tolti i cappucci,apostoli e cerimonieri,siedono ad una tavola ben apparecchiata,si rievoca, consumandola, l’ultima cena di Cristo, ai fedeli che assistono viene distribuito pane benedetto.

Intanto, durante la notte si danno gli ultimi ritocchi ai Misteri (rappresentazioni plastiche a soggetti religiosi) che vengono utilizzati per la processione del Venerdì Santo, che hanno una caratteristi unica…ogni anno sono diversi. In questa tradizione che si muove tra fede e folclore, si misurano con passione e antagonismo gli abitanti dell’isola, la costruzione di ogni singolo mistero coinvolge decine e decine di persone di qualsiasi età e professione.

La processione dei misteri parte dalla chiesa di San Michele, nella quale i Procidani si sono riuniti per pregare, toccare e baciare la statua del cristo morto. Sono le sette del mattino e il suono di una tromba seguito da 3 colpi di tamburo da inizio alla processione. I misteri pesano tanto ma la fatica è una festa,è segno di esistere e di appartenere a questa tradizione, anche i bambini partecipano, portando i Misteri in miniatura imitando i grandi. I più piccoli invece vestono il lutto dell’Addolorata, sono i cosi detti angioletti,un vero e proprio rito di iniziazione, per entrare a far parte della comunità Procidana.

La Madonna Avvelenata e il Cristo Morto chiudono il corteo. Dopo ore di lenta discesa la processione si conclude al porto dove si raccolgono impressioni e complimenti, si confrontano e finalmente dopo 40 giorni di duro lavoro danno sfogo ad un legittimo orgoglio. Poche ore dopo i devoti si ritrovano per la seconda processione del Venerdì Santo e la morte si riprende la scena.

Il Cristo, una splendida scultura lignea di Carmine Lantriceni, realizzata nel 1728, è adesso protagonista assoluto, i procidani Amano e Venerano questa statua come se fosse un figlio, alle sue piaghe sanguinanti alla sua smorfia di dolore affidano le proprie angosce e le proprie speranze… prima fra tutte, la speranza di poter rivivere ancora una giornata come questa, potente di emozioni, nocciolo duro di una identità secolare.

6_Jesus Christ lying, Preparing Mysteries 10_Blackout during the preparation of the Mysteries 12_Final preparations for apocalyptic Sculpture of the mysteries 13_Alarm clock with the trumpet 15_The first procession with the Dead Christ and the Black Madonna 23_Jesus Christ crucified, tanks of the mysteries 26a_Child with shoulder cross 31_Jesus Christ from behind, the last Wagon of the mysteries 32_Apostles before the last supper 44_Procession with the cross to the Church of San Giacomo for the second mass 45_Procession with the cross to the Church of San Giacomo for the second mass 50_Torchlight, Final Procession 52_The return of the dead Christ,Final Procession_DSC8417_1575x1050

 

 

 

 

 

 

 

 

Testo e foto di Marino Da Costa, nato a Lucca nel 1985, fotografo.