testo di Enrico Pozzato
foto di Luca Perino
Alla fine dei ‘90 cantavamo ‘perché essere felici per una vita intera sarebbe quasi insopportabile’, ma in regione Piemorte la felicità seppure precaria, c’è stata. Sono reduce da 4 serate/giornate intense, al festival Alta Felicità di Venaus e tutte le promesse sono state mantenute. Ho visto ottimi artisti esibirsi in questi giorni e farvi l’elenco è inutile e troppo lungo, ma il festival è qualcosa che 10 anni fa non avrei mai immaginato di vedere nella mia dannata Valle.
Venaus ha saputo essere accogliente e inclusiva, sfidando la nostra atavica malmostosità valligiana e lo ha fatto grazie al movimento Notav. L’attualissimo gusto per il non detto, la rimozione tipica del nord e la mancanza di sedi dove dire veramente qualcosa, sembrano rimbalzare respinte da questi 4 giorni di socialità resistente.
La cornice è fantastica, nonostante si sia sovrastati dall’autostrada Torino-Bardonecchia, e tutto funziona alla grande, grazie all’impegno di più di 400 volontari, coordinati dall’organizzazione attraverso i comitati locali.
Cambia qualcosa a livello di lotta? La Tav non si farà più perché si è suonato, dibattuto, camminato, boxato e arrampicato per qualche giorno ? Il punto non è questo: il movimento è in buona parte cultura, incontro, scambio e il festival è la concentrazione, il manifesto di tutto quello che si è costruito in questi anni di lotta. Personalmente la felicità l’ho trovata nelle piccole cose (madonna, la banalità), nella sangria a 2€, negli amici che non vivono più in valle e che non vedevo da tanto, nei colleghi di Torino che hanno lasciato le cravatte e sono venuti ad appassionarsi per storie di lotta come il commovente racconto di Wuming 1 sull’epica battaglia del Seghino (non pensate male) del 2005. Ai fornelli incontriamo chef Rubio che ormai è diventato nipote acquisito di Marisa (se non avete idea di chi sia Marisa Meyer temo che googlare non vi farà capire nulla della mole del personaggio) ed Elio Germano riceve la cittadinanza onoraria perché effettivamente qui è del tutto a suo agio e parte del contesto: siamo solo alla seconda edizione ma nel ritrovarsi sembra di vedersi da 20 anni in villeggiatura.
Enrico Pozzato, 37 anni, lavora Torino ma vive in Val di Susa a Giaglione. Consigliere comunale di opposizione, Notav, situazionista, polemista e scarpinatore.
Luca Perino, 50 anni, fotoraccontatore del movimento No Tav. Vive a Susa in una delle case coinvolte dal progetto TAV.