Testo e foto di Francesco Parrella/
Nella capitale della Lettonia il 23 e il 24 giugno è festa nazionale. S’inizia il 23 col Ligo (Festival di mezz’estate), e il giorno dopo con Jāņi (Solstizio d’estate). Nei due giorni i trasporti sono gratis
Sembrano due bambini. Quando gli dico che sto cercando di leggere la cartina per capire da che parte è il mio alloggio, lui mi indica la strada parallela a quella in cui siamo (“è lì che devi andare per vedere il meglio dell’art nouveau”). E sua moglie incalza: “A cinque isolati da qui c’è il ristorante più buono della città: delicious” (delizioso). Loro sono una simpatica coppia di anziani turisti tedeschi così innamorati del posto che sembra non parlino d’altro.
JĀŅI E LIGO-FEST – L’alloggio non è lontano dalla stazione centrale di Riga e nemmeno distante dal centro storico. Oggi, poi, sul bus non si paga neanche il biglietto. E neanche domani. E’ festa nazionale. Si festeggia il solstizio d’estate. E per strada le ragazze, ma non solo, girano con ghirlande di fiori od erbe tra i capelli. In campagna, lungo i laghi e in mezzo ai boschi si intonano attorno a un fuoco canti popolari chiamati Ligo, per tenere lontano gli spiriti maligni. In serata in città lungo il fiume Daugava alla fine del centro storico, sul palco grande, in fondo ad un’area asfaltata, si esibisce il meglio del folk singer lettone, e già dal primo pomeriggio in tanti stand si cominciano a servire i piatti tipici della cucina tradizionale, e a spillare le prime birre.
CAMMINANDO PER LA CITTA’ – Nei pressi della stazione centrale c’è un mercato molto grande dove vengono pochi turisti. La parte coperta è ricavata da cinque vecchi hangar dei dirigibili tedeschi Zeppelin, e poi continua all’aperto. Capita che dopo aver consultato il frasario e chiesto in lettone un caffè alla tipa del bar, questa ti risponde che non conosce il lettone, ma solo l’inglese e il russo. Magari lo dice solo ai turisti, ma tant’è, e il caffè arriva comunque. Non è una novità eppure a Riga per un attimo sembra di stare in Lettonia e un attimo dopo in Russia.
TANTO VALE PRENDERE IL BUS – In questi due giorni di festa i trasporti sono gratis e tram e bus girano pure regolarmente. Tanto vale quindi approfittarne per passare da un ponte all’altro della città, o per attraversare le aree più periferiche tra case in legno invecchiate e verde un pò ovunque. Riga Vecchia, che è anche patrimonio Unesco per i suoi 800 edifici Art Nouveau, tra cui spicca la Casa delle Teste Nere, oggi sede del Municipio, e per l’architettura in legno del XIX secolo, si gira invece a piedi o in bicicletta. A piedi conviene percorrere anche Elizabetes Iela, al centro di una zona residenziale costruita nel secolo scorso, che oggi ospita anche molte ambasciate, per ammirare gli edifici in stile art nouveau o quelli bianchi d’ispirazione neoclassica.
FINALE COL BOTTO – Alla festa intanto, sul palco centrale dev’essere salito un cantante molto amato. Il pubblico, anche quello più avanti con gli anni, lo applaude e lo sostiene. E lui li accontenta con la canzone che vogliono ascoltare. La pioggia non guasta la festa. Il palco è coperto, e chi è venuto qui non lo ha fatto senza portarsi dietro un impermeabile. I fumi, dai barbecue accesi lungo il percorso, arrivano fin sotto il palco, e si mischiano alle coreografie fumogene del concerto. Si va avanti tutta la notte. Poi arrivano i fuochi d’artificio, e con l’ultimo botto ci si dà appuntamento al prossimo solstizio d’estate. Il giorno dopo, intanto, non dimenticatevi però di fare il biglietto..
Francesco Parrella