Testo di Isabella Mancini
Che cosa è la libertà di pensiero? Che cosa la libertà di espressione? C’è una risposta a-storicamente e a-geograficamente valida per queste due domande? Nel mezzo a questi quesiti ci finisce spesso la satira vassoio pieno di offerte per gli dei ma che spesso, gli stessi dei, non sanno ne capire ne apprezzare. La satira mette i piedi nel piatto, parla di politica, parla alla politica, sconvolge l’opinione pubblica, scava nell’attualità, cerca la breccia e la spacca. Se la satira di oggi non è la satira di Atene anche la libertà di espressione forse non è più quella della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo? Sono passati 68 anni da quando quel concetto è stato scritto, nero su bianco e assimilato in molte costituzioni, compresa quella italiana, ma noi l’abbiamo letto l’articolo 21? O l’articolo 10 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali? Preambolo necessario per avvicinarsi all’inaugurazione della prima mostra italiana, al Museo del Fumetto di Cosenza, sulle migliori copertine di Charlie Hebdo.
La mostra, realizzata in collaborazione con la redazione francese e con il patrocinio di Institut français d’Italie e Federazione nazionale della stampa italiana, aprirà il 9 aprile alle 17 e vedrà la presenza di Marika Bret, redattrice, e Coco, disegnatrice, della rivista francese. Nel corso dell’incontro verrà presentato il libro, postumo, di Charb, storico direttore della testata francese, dal titolo “Ridete, per Dio”, Piemme Edizioni.