Testo e Foto di Tommaso Pipan
Nell’inverno del 2006, trovandomi a Doha per lavoro, mi procurai dei biglietti per le finali maschili e femminili di Sepaktakraw/takraw (a seconda del paese) dei Giochi Asiatici del 2006. Incuriosito da uno sport di cui non avevo mai sentito parlare, arrivai al palazzetto dello sport non sapendo cosa aspettarmi, un po’ indifferente.
Durante il ritorno a casa qualche ora piu’ tardi, guardavo fuori dal finestrino con un sorriso appagato dalle tante acrobazie a cui avevo appena assistito.
In apparenza simile alla pallavolo, ma con una rete piu’ bassa, tre giocatori per squadra si scambiano la palla a colpi di calci acrobatici, di testa, petto e ginocchia, con un massimo di tre rimbalzi per squadra.
Nato attorno al 1500 in Malesia e giocato tradizionalmente con delle palle intrecciate di vimini vuote all’interno (di un diametro di circa 10 cm), il Sepaktakraw oggi e’ diffuso in tutto il Sud est Asiatico, dove si trovano facilmente palloni in qualunque mercato, dalla Tailandia, al Mianmar fino alle Filippine.
Ovunque si vada, in campagnia o nei parchi in citta,’ non e’ difficile incontrare dei locali che vi giocano, cimentandosi in prodi accrobazie, che non hanno nulla da invidiare (o quasi) ai professionisti dello sport. Infatti, l’equivalente della schiacciata di pallavolo viene eseguita con una acrobatica rovesciata aerea dalla quale atterrano, quasi miracolosamente, sempre in piedi.
Le fotografie che potete qui vedere sono stata scattate nel villagggio di Kuang Chang, vicino alla Citta’ di Pyay (Prome) in Myanmar, meglio conosciuta per la vicinanza con Sri Ksetra, una antica citta’ (1-9 secolo AD) Pyu, ora in lista per la nomina a sito UNESCO. I locali che stanno giocando (in prossimita’ di un albero sacro che si vede sullo sfondo) indossano i tipici ‘Sarong’, che pero’ hanno avvolto attorno al bacino per permettere maggiore movimento.
Allontanandosi dalla strada, e inoltrandosi nei campi di riso e i villagi circostanti, non e’ difficile incontrare ragazzi che si scambiano la palla, palleggiando come pochi calciatori sanno fare.
Tommaso Pipan
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