Testo e foto di Cristiana Chiarantini
4880 chilometri fatti di lentezza, di dighe cinesi, di albe e tramonti dalle mille sfumature.
Acque sorprendentemente trasparenti fanno da scenario allo scorrere della vita. Uccelli su un zampa e pesci che sanno di fango e plastica. Bambini e cani giocano mentre i bufali tirano un sospiro di sollievo sotto il sole pungente, le donne fanno il bucato accanto a pick-up e scooter parcheggiati nel letto del fiume come in un’area di servizio a cielo aperto.
Le barche lo solcano in larghezza verso sponde sabbiose o isolotti dove gli alberi di pomelo si contano più degli uomini e delle vacche.
Il Mekong che ingrassa e dimagrisce stagionalmente nasconde e riporta a galla tracce di vita. Un passaggio tra passato e presente, vecchio e nuovo. Circolarità e ciclicità vitale e immutabile.
Movimento di corpi, anime, stagioni e storie.