Comincia stasera con parole autorevoli e voce antica (Anna Maria Civico, U mel’aviti) la XXIV Stazione di Topolò, piccolo paese di 20 abitanti, al confine italo sloveno.
Ci si incontra qui da diversi parti del mondo per dare vita a un universo umano e artistico freschissimo e dissetante come il torrente Codariana. Cinema e installazioni, concerti brevi o lunghissimi come le “Vexations” di Satie eseguito per 19 ore, cantieri, poesia, passeggiate, racconti e conversazioni all’ombra dei pioppi che tremeranno di curiosità e di ardimento.
C’è (ancora!) chi passa per alcune ore, gira programma alla mano e liquida Topolò come l’ennesimo festival radical chic, senza accorgersi che in una Stazione si scende, si sale, si cerca un collegamento, si trascinano bagagli, si pronunciano addii e si accolgono nuovi arrivi: sui confini dell’andare e dello stare.
Qui il programma, con tanti bei nomi, orari topici e collaborazioni internazionali.
Si arriva a Topolò proseguendo da Cividale del Friuli per la valle del Natisone; l’auto non passa per le vie acciottolate e va lasciata fuori dal paese. Non ci sono negozi né bar, ma durante la Stazione funziona un eccellente punto di ristoro.