Testo e foto di Isabella Mancini

Terra e mare. E cielo. Cale sabbiose e di posedonia. Vacche in riposo tra gli spruzzi del mare. Aspri promontori e ruderi di torri genovesi abbandonate al passare del tempo. E’ il cammino dei doganieri che segue il profilo del nord della Corsica riscoperto grazie ad un opera di recupero dei comuni che attraversa. Dal 1998 è percorribile in tutto il suo splendore da Macinaggio a Centuri. Sono 19 km sotto il sole, la vegetazione quassù è scarsa e bassa. Si può partire da Macinaggio, scalo da cui partiva il moscato che era tanto apprezzato dai papi rinascimentali e da cui partì anche il babbo della Patria, Pasquale Paoli, alla conquista di Capraia. Prima spiaggia che si incontra sul cammino è quella, servita, di Tamarone da cui si può già vedere l’isola Finocchiarola, riserva naturale creata per proteggere una specie di gabbiano tanto rara che non la si incrocia nemmeno per sbaglio. Proseguendo si raggiunge la chiesetta con due absidi di Santa Maria e poco sotto, sul mare, si vede una delle torri genovesi che accompagna lo sguardo e che faceva compagnia a ben altre 84 sorelle.
Meta successiva la possente Torre d’Agnello sul capo omonimo, superata la quale si entra in vista dell’isola della Giraglia col suo faro e con i resti di un’altra torre genovese, eretta nel 1584 di forma quadrata. Le torri erano un vero e proprio sistema di allarme per annunciare l’arrivo di barche corsare.
Barcaggio e la sua spiaggia offrono un po’ di ristoro prima di proseguire per l’ultimo tratto (altre abbondanti 4 ore di cammino) per raggiungere il Porto di Centuri: 225 abitanti per quello che è noto in tuto il Mediterraneo per la pesca delle aragoste.