Testo di Carlotta Alaura
Luca Betti e Luciana Petti sono due fotografi senesi. Nei giorni immobili del lockdown armati di permessi, mascherine e macchine fotografiche hanno fatto ciò che tutti sognavamo di fare: andare in giro.
Lungo un percorso che li ha portati su e giù per la Toscana hanno ascoltato i silenzi, percepito il vuoto, sperimentato le assenze. Ne sono usciti con un reportage fatto di alcune migliaia di scatti, un po’ perchè quello era il senso della cosa, un po’ per placare la vertigine di quella bellezza “sbagliata”.
Impossibile citare tutte le persone che, sotto la guida sapiente e intuitiva di Paolo Ciampi, sono state poi chiamate a reintrodurre l’elemento umano in quel vuoto, per farne un libro. Sono davvero troppi per citarli tutti tutti i giornalisiti, le poete, gli scrittori, le intellettuali che hanno donato le loro parole, magari proprio quelle maturate in quegli stessi giorni nell’intimità forzata delle loro case.
Coglie bene Marco Vichi, che firma l’introduzione del volume, la natura di questo progetto, che va oltre il reportage, quando dice “Ogni testimonianza che documenta questo periodo contribuisce a salvare un tassello di memoria, e si sa quanto la memoria può essere importante per affrontare il futuro con strumenti capaci di camminare più agevolmente, per non farci smarrire il senso dell’orientamento“
Il Consiglio regionale della Toscana ospita – fino al 21 settembre 2020, presso lo spazio espositivo C.A. Ciampi del Palazzo del Pegaso in Via dei Pucci 16, a Firenze – una parte delle foto contenute nel volume in una mostra dal titolo Toscana Lockdown, due fotografi con la mascherina.
Non smarritevi, andateci