Testo e foto di Carla Reschia
A Trieste fine settimana in onore di James Joyce, del suo specchio Leopold Bloom e del suo allievo di inglese Italo Svevo. Giorni di scrittura e cucina, chiacchiere e teatro. Siete ancora in tempo per il Bloomsday: correte, vi aspettano.
Testo e foto di Carla Reschia
Anche quest’anno una colazione nel segno di Joyce ha aperto a Trieste il Bloomsday, l’appuntamento con la festa nazionale dedicata al capolavoro dell’autore irlandese, che cade il 16 giugno.
A Dublino è una tradizione che dura dal 1954 quando un gruppo di scrittori irlandesi, amanti dell’opera joyciana, decisero di ripercorrere l’itinerario tracciato dal romanzo, visitando i luoghi citati e leggendo in quei posti brani del testo: un’intera giornata, da Sandycove al quartiere notturno denominato da Joyce Nighttown, scandita da appuntamenti e incontri tra appassionati, spesso vestiti con abiti d’epoca a tema.
Una formula che, nel segno di Joyce, ha contagiato anche New York, Pola, Melbourne, Shanghai, Mosca, Parigi, Londra, Montreal, Sao Paulo, San Francisco e centinaia di altri luoghi in tutto il mondo e che Trieste ha mutuato da una decina d’anni, forte del suo legame speciale con lo scrittore che nella città visse tra il 1904 e il 1920 con Nora Barnacle, che sarebbe diventata sua moglie, dove nacquero i loro figli Giorgio e Lucia Anna e dove concepì e iniziò il celebre romanzo.
Il Bloomsday, dal nome del protagonista dell’Ulisse, Leopold Bloom, dopo l’edizione del centenario della prima pubblicazione, nel 2022, quest’anno si abbina a un altro centesimo anniversario, quello de “La coscienza di Zeno” dell’autore triestino Italo Svevo, grande amico e sostenitore di Joyce.
L’incontro tra i due scrittori risale al 1907, quando il primo divenne insegnante d’inglese di Svevo e di sua moglie. E lo scrittore triestino è considerato uno dei modelli di Leopold Bloom, soprattutto negli aspetti più propriamente ebraici.
A Trieste quest’anno, in collaborazione anche con l’ente del turismo irlandese, le giornate saranno dedicate ad approfondire un singolo episodio del capolavoro, indagando le modalità, il significato, l’ attualità e le diverse suggestioni di “Circe”, quartultimo capitolo del romanzo, l’ultimo della sezione centrale denominata “Odissea”, l’episodio più lungo e visionario di tutto il libro.
E quindi ogni giorno, dal 16 al 18, dopo la colazione all’Adriaco Yacht Club, a base dell’iconico rognone che nel capitolo “Calipso”, Bloom prepara per sé e la moglie Molly accompagnata dalla messa in scena dell’episodio con la compagnia teatrale “L’Armonia” si susseguono appuntamenti a tema. Tra i principali gli itinerari a piedi con guida nei luoghi joyciani e sveviani.
Fra gli ospiti di questa edizione Alessandro Bergonzoni che con Enrico Terrinoni, traduttore italiano di Ulisse e Fabio Pedone, suo partner nella traduzione di Finnegans Wake, darà vita a una conferenza-spettacolo sul linguaggio di Joyce.
Il programma completo qui