Testo e foto di Tommaso Chimenti
Da lontano è una minaccia. Pare in movimento il ragnone dalle zampe appuntite che si conficcano al suolo, nell’asfalto. Poi arrivi sotto, che è una cupola, una tenda, un riparo, un tetto, una casa. Come i teli bianchi come lenzuola a prendere il vento fresco che tuo padre appuntava, d’estate sulla spiaggia, su grandi rami senza corteccia levigati dal sale e dalle onde. Protezione. L’alieno che non sconfigge ma salva, ci salva da noi stessi. Dall’arte a tutti i costi, dalle colate di cemento. Come un Cerbero ringhia, come cane alla catena pronto contro chi non rispetta la Natura. Aspetta l’aracnide con le possenti gambe di nervi e pelame, fiero quasi a battersi il petto. Starci sotto è ritrovare la madre che culla, la placenta che calma. Come cupola di vetro. Come il Basco che dice chi sei e allo stesso tempo custodisce, difende, ripara, tradizioni e idee.
La folla intanto gira attorno. Lo scruta impaurita, lo sfiora. Sotto passa il fiume che arriva fino allo stadio sul mare, il San Mames dai ricordi tricolori mundial, dietro la cattedrale dedicata alle visioni e ai colori, liscia come lastre, scivolosa dagli infiniti riflessi del Sole che taglia, fende, spara. Il ragno ringhiante da una parte, ad accudire il letto dell’acqua che scorre verso la foce, mentre dall’altra parte un cagnolino gigante di fiori, seduto, docile, trionfalmente sottomesso. Bilbao è un morso di pintxos al polpo che graffia, un sorso di cerveza che annaffia e carezza.