di Fabio Bertino
“Se le soluzioni all’interno del sistema sono impossibili da trovare, forse dobbiamo cambiare il sistema stesso”.
Non sono parole di Che Guevara o di Thomas Sankara, ma di una studentessa svedese sedicenne. Greta Thunberg da agosto 2018 ha iniziato un suo personale sciopero scolastico presentandosi per mesi, ogni venerdì mattina, davanti al Riksdag, il Parlamento di Stoccolma. Da sola, con il cartello “Skoltrejk fur klimatet”, “Sciopero della scuola per il clima”. A chi le rimproverava di saltare le lezioni, Greta rispondeva con sarcasmo: “E perché dovrei studiare per un futuro che potrebbe non esistere, visto che nessuno sta facendo nulla per salvare quel futuro?”.
Una protesta apparentemente innocua e isolata contro il disastro climatico e ambientale che si fa sempre più vicino. Uno sciopero solitario che poteva anche far sorridere per la sua ingenuità. Invece non è andata così. Grazie alla sua incredibile tenacia Greta ha iniziato a diventare popolare, prima in Svezia e poi in tutto il mondo. I social network hanno rilanciato la sua iniziativa, e all’inizio decine, poi centinaia e oggi migliaia di persone in tutti i continenti hanno iniziato a seguire il suo esempio con lo slogan #FridaysForFuture. A novembre 2018 migliaia di studenti sono scesi in piazza in Australia rilanciando la battaglia di Greta. A gennaio 2019 erano 20.000 in Svizzera e 30.000 in Belgio. Il 1 febbraio alla manifestazione in Germania hanno partecipato in 30.000. E FridaysForFuture si sta rapidamente diffondendo in Svezia, Danimarca, Irlanda, Scozia, Finlandia, Gran Bretagna, Austria, Canada.
A dicembre 2018 Greta ha parlato a Katowice, in Polonia, davanti ai delegati della COP24, la conferenza sul cambiamento climatico organizzata dall’ONU. Il suo è stato un discorso chiaro e diretto: “Voi parlate solo di una crescita senza fine in riferimento alla green economy perché avete paura di diventare impopolari. Parlate solo di andare avanti con le stesse idee che ci hanno messo in questo casino (…). Ma non mi importa risultare impopolare, mi importa della giustizia climatica e di un pianeta vivibile. La civiltà viene sacrificata per dare la possibilità a una piccola cerchia di persone di continuare a fare profitti. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in paesi come il mio possano vivere nel lusso. Molti soffrono per garantire a pochi di vivere nel lusso”.
Greta è stata intervista dai più importanti media mondiali, come CNN e Al Jazeera, e definita dal Time “teenager più influente del mondo del 2018”. E a chi si stupisce che a Greta sia stata diagnosticata la sindrome di Asperger, la ragazzina risponde che il suo è un mutismo selettivo che le fa aprire bocca solo quando è importante.
Nelle ultime settimane FridaysForFuture ha cominciato a diffondersi anche nel nostro paese, con iniziative in molte città. E per il 15 marzo è stato lanciato uno sciopero globale per il clima con adesioni in oltre 40 paesi, fra i quali anche l’Italia.