testo e foto di Giovanni Luigi Panzetta

 

ambasciata_Berlin1ambasciata_Berlin3Fino alla seconda guerra l’ambasciata italiana a Berlino era una delle più grandi della capitale tedesca. Caratterizzata da uno stile razionalista/fascista, tanto che pare un nostro ufficio postale degli anni ’30, fu un regalo di Hitler a Mussolini: il Furher desiderava avere i papiri del Codex Aesinas, (la Germania di Tacito) che erano negli archivi di Roma e pensò così di ingraziarsi Mussolini. Che resistette e fece in modo che i papiri rimanessero nella capitale italiana.

Codex_Aesinas_n8_21In questo codice che riporta uno dei libri più antichi giunti fino a noi, Tacito descrive i popoli germanici , le loro abitudini e le loro tradizioni. L’originale apparteneva ai Conti italiani Baldeschi-Balleani di Jesi, discendenti del conte Guglielmo che convinse Mussolini a non cedere l’opera di valore inestimabile. Nel 1944, durante l’occupazione nazista, i tedeschi perquisirono per cercarlo le residenze del conte, ma non trovarono nulla. Danneggiato  durante l’alluvione del 1966 a Firenze, dove era stato mandato per un restauro, dal 1994, è alla Biblioteca Nazionale di Roma.

 

Giovanni Luigi Panzetta, irpino di Villanova del Battista (AV), ha sessantotto anni e da venti vive a Berlino. In Italia è stato un architetto, ma oggi fa il ristoratore nella capitale tedesca, offrendo nella sua “Locanda” la cucina della transumanza con un omaggio a Napoli, dove ha vissuto circa 30 anni. È membro della Università Popolare dell’Irpinia, e svolge da anni un appassionato lavoro di ricerca tramite l’Associazione VIA HERCULEA DAUNA IRPINA con sede ad Accadia della quale è presidente.