L’assenza si può fermare su un foglio di carta baritata? Il vuoto, la mancanza come si possono rappresentare attraverso le arti e prima di tutte quella dell’immagine? Vacatio è il tema attorno al quale ruota l’edizione 2013 del Festival di Fotografia di Roma. Dopo Futurespective, Motherland e Work questa dodicesima edizione ci parla di assenza, sospensione, della fotografia stessa, inteso come ricerca visiva. L’evento, diretto da Marco Delogu, è promosso dall’assessorato alla Cultura di Roma Capitale, ed è co-prodotto dal Macro e Ze’tema Progetto Cultura. Dopo le ultime edizioni ospitate nella sede di Testaccio del museo, quella di quest’anno si articola nella sede di via Nizza. Non solo gli spazi espositivi, ma anche il Foyer, l’Auditorium, lo Spazio AREA e la Sala Cinema, saranno teatro del Festival. Periodo di apertura prolungato fino a dicembre.
La collettiva vede esposti lavori di Aline Diépois & Thomas Gizolme, Elger Esser, Patrick Faigenbaum, Gaston Zvi Ickowicz, Guy Tillim, Jeff Wall. Si parte dai paesaggi ancestrali proprio di Jeff Wall per passare al lavoro di Patrick Faigenbaum, dove l’assenza si sente in modo limpido, per andare sulle tracce di Gauguin in Polinesia con Tillim, fino agli essenziali paesaggi dove non c’è traccia di uomo di Elger Esser.
Ma sarà l’occasione anche per vedere Another country di Paolo Pellegrini, viaggio nei quartieri ai margini, gli scatti di dieci anni di lavoro per la Trolley Books che ha voluto dedicare questa esposizione al suo fondatore scomparso da poco (Trolleyology in Rome a cura di Hannah Watson), i ritratti intimamente segnati dei newyorkesi post 11 settembre di Leo Rubinfen in Wounded Cities curata da Joshua Chuang, la riflessione artistica di Fleur Dodewaard sul rapporto tra medium fotografico e la sua natura stessa. Il programma completo di questi due mesi di esposizioni è sul sito web della manifestazione all’indirizzo www.fotografiafestival.it.
Oggi pomeriggio ancora un paio di incontri attorno alla fotografia con, alle 15,30, Aya Lurie, Maurizio G. De Bonis e Gaston Zvi Ickowicz sulla fotografia israeliana e sul The Shpilman Institute for Photography, mentre alle 17, Guido Guidi, Laura Moro e Antonello Frongia in conversazione sulla recente pubblicazione A new map of Italy di Guido Guidi.
Le fotografie di questo testo sono, quella in apertura di Paolo Pellegrin mentre le altre due fanno parte della serie Ribi. Negli occhi dei pesci lacrime, titolo della mostra realizzata da Karmen Corak, con scatti fatti tra il 1996 e il 2011, e che si tiene all’ACTA INTERNATIONAL in via Panisperna, 82-83 (dal martedì al sabato ore16.00 – 19.30, Tel 064742005, info@actainternational.it www.actainternational.it)