Non sono una grande esperta d’arte. Soprattutto di arte contemporanea. Diciamo pure che a volte portarmi a delle mostre di artisti contemporanei è come regalare le perle ai porci. Non le capisco, non mi commuovono.
Ci sono però delle eccezioni. Ci sono delle volte in cui, pur continuando a non capire un gran ché, ciò che vedo mi trascina in una nuova dimensione, mi smuove qualcosa di profondo. Mi è capitato poco tempo fa, allo Stedelijk museum, museo di arte moderna e contemporanea di Amsterdam, situato in un edificio già bello di per sé, che ospita artisti dalla fine dell’ottocento ai giorni nostri.
E’ stato un percorso dal conosciuto all’ignoto, Da Picasso, Chagal, Malevic, fino a perfetti sconosciuti che sono riusciti ad entrarmi nel cuore. Il piano superiore era dedicato all’artista tedesca Isa Genzken, definita una delle più influenti artiste degli ultimi 40 anni.
E passeggiando per le diverse sale, osservando installazioni fatte del materiale più vario, rinunciando a capire ma semplicemente “sentendo”, sono entrata in una nuova dimensione, dove non esiste un giusto e uno sbagliato, un bello ed un brutto, ma una modalità di trasmettere e sentire le cose, e ho percepito che la bellezza risiede nella capacità e nella potenza di questa trasmissione. Isa Genzken una volta ha detto: Ho sempre voluto avere il coraggio di fare cose pazze, impossibili ed anche sbagliate. In questa retrospettiva il coraggio l’ho visto, ho visto cose imperfette, ambigue, a volte discutibili, ma sicuramente create con passione. E tutto questo mi ha fatto fare un salto di qualità, ha aumentato la mia capacità percettiva, mi ha avvicinato al suo modo di pensare, al suo essere.
E allora questa volta vi lascio ripetendovi come suggerimento il proposito di Isa Genzken: Prendetevi il coraggio di fare cose pazze, impossibili ed anche sbagliate. E magari anche voi finirete in un museo di arte contemporanea.