Testo e foto di Letizia Sgalambro

C’è una parola a me molto cara che ogni giorno di più si carica di significato: CONNESSIONE.

Ci sono diversi aspetti della nostra vita con cui possiamo essere connessi e quando non lo siamo il nostro equilibrio vacilla.

La connessione primaria è con la terra: attraverso ciò che la bioenergetica chiama radicamento. Anche se ormai spesso ce ne dimentichiamo siamo parte della natura e, come gli alberi, solo se abbiamo radici forti possiamo protenderci verso l’alto. Le nostre radici sono quindi nella terra, nella concretezza della vita, ed essere connessi a questa ci permette di non perderci in sogni o illusioni, ma di vivere il presente per quello che è. Connettersi alla terra ci permette di attivare l’energia, e quindi la carica vitale per andare incontro alla vita.

Le nostre radici rappresentano anche il luogo da cui veniamo e la nostra famiglia di origine: volenti o nolenti siamo connessi con il nostro passato e con la nostra storia e, per continuare la metafora dell’albero, se le nostre radici sono marce, cariche di rancore o di dolore infinito non risolto rispetto al nostro passato, difficilmente il nostro albero darà dei frutti. Fai pace con le tue radici. Mi fu detto tanti anni fa durante un corso, ma allora non ne capii l’importanza; ci sono voluti tanti anni di lavoro su di me per capire cosa volesse dire quella frase che, pur incompresa o rifiutata, continuava a risuonarmi nelle orecchie.

Siamo connessi con noi stessi, con le nostre sensazioni ed emozioni, attraverso la conoscenza di ciò che sentiamo e proviamo realmente possiamo arrivare a far vibrare la nostra anima, in un canto armonico.

Non siamo soli su questa terra, siamo connessi con gli altri attraverso le relazioni che sappiamo creare; anche chi non vive una vita di coppia ha sicuramente una rete di relazioni, che permettono di sentirsi apprezzati, accettati, degni di amore, e ognuno può costruirsi un sostegno sociale che sappia intervenire nel momento del bisogno.

E così come le radici sono importanti per legarci alla terra, siamo connessi con il cielo, ovvero con ciò che dà un senso alla nostra vita, chi la chiama fede, chi in senso più ampio spiritualità, o chi semplicemente lo scopo del proprio essere al mondo; se non diamo un senso a ciò che facciamo anche il minimo soffio di vento può farci crollare, se riconosciamo il valore più alto del nostro agire, anche una tempesta non potrà piegarci.

Siamo quindi al centro di un cerchio, o di una stella, dove intorno a noi ci sono gli elementi con cui, se vogliamo vivere una vita serena e realizzata, dobbiamo imparare a connetterci.

Cosa ci succede se non lo facciamo?

Ci sentiamo isolati, indegni di amore, respinti, ci sentiamo fuori dal tempo, incapaci di vivere nel presente, rimpiangendo o maledicendo il passato, rincorrendo un futuro sognato ma non costruito. Ci sentiamo fuori dalla realtà, fuori posto in ogni situazione perché ci sembra di non appartenere a niente, ci manca la terra sotto i piedi. Ci sentiamo senza famiglia, orfani e mendicanti di affetto. Ci sentiamo travolti dalla forza delle emozioni e delle sensazioni e siamo preda di facili illusioni.

E cosa possiamo fare per connetterci di più con il mondo e con la vita? La prima cosa osservare come teniamo i nostri piedi, imparando a percepire il suolo e la differente stabilità quando non siamo ben radicati a terra. Poi affinare la nostra capacità di sentire, per percepire di più la natura e aumentare la disponibilità verso gli altri, iniziando a preferire il dare più che la ricerca del ricevere. Piccole cose? Sì, ma al tempo stesso potenti, se ci ponete attenzione qualcosa nella vostra vita cambierà. E se volete saperne di più, scrivetemi.