di Letizia Sgalambro
E’ difficile descrivere cosa succede al Teatro della Pergola nell’evento Sognare a Teatro. Dodici spettatori che lentamente diventano dodici protagonisti, dodici ore di silenzio durante le quali le uniche voci che si sentono sono quelle interiori e quelle della guida che ci accompagna nell’esperienza. Si guarda uno spettacolo, si socializza con i compagni di viaggio attraverso il corpo, si fa una meditazione guidata, si dorme sul palco, ma in realtà questi sono dettagli, perché ciò che succede dentro ognuno di noi è molto di più.
E’ l’emozione del silenzio che si trasforma da mancanza di comunicazione a ricchezza, è il brivido della bellezza di sale sconosciute ai più, ma utilizzate negli anni per fare danza o prove di teatro, è il raccoglimento nella meditazione guidata dove entri con dodici estranei e esci con dodici amici perché impari che amico è colui che ti permette di essere maggiormente te stesso e in questo viaggio stai conoscendo un te stesso diverso da quello che solitamente osservi allo specchio.
E’ l’apertura del cuore quando sali sul palco e vedi dodici letti e lentamente ti infili nel tuo, con una voce e una musica che ti cullano accompagnandoti al sonno e le luci di sala diventano sempre più soffuse.
Sono le stesse luci soffuse che ti accolgono al risveglio, e che ti fanno notare in maniera ancora più prepotente che sei sul palco, non in platea, e che quello è il punto di vista corretto rispetto alla tua vita.
Siamo protagonisti, non spettatori, possiamo scegliere quale ruolo giocare, quali segni realizzare, quali parti interpretare. Siamo solo noi che decidiamo se abbandonare o meno le nostre speranze e le nostre aspirazioni.
Lo so da tempo, lo insegno ai miei corsi, ripetendolo nei modi più svariati, ma stamattina l’ho sperimentato con il corpo con tutti i miei sensi ed è stata una sorta di epifania, di quelle cose che so che non dimenticherò più.
Il viaggio dentro la Pergola termina con una splendida colazione, ancora in silenzio ascoltando un brano che riassume tutto ciò che ho provato offrendomi nuovi spunti di riflessione.
Siamo entrati alle 20,30 e la mattina dopo alle 8,30 ci salutiamo, torniamo ad essere dodici estranei che hanno condiviso un’esperienza di bellezza particolare e che hanno creato un filo di condivisione fra di loro.
Grazie al teatro, agli attori che ci hanno guidato e al regista. E’ stato un sogno meraviglioso e a volte i sogni aiutano a costruire una vita migliore.