Non vi spaventate se per i primi cinque minuti di lettura non capirete nulla di quello che andrete a leggere. Al di là degli hashtag e di alcune parole strane i Walkabout di Urban Experience (http://www.urbanexperience.it/chi-siamo/) sono quanto di più interessante ci possa essere ad oggi per scoprire la Capitale in tutta la sua affascinante bellezza fatta di complessità e contraddizioni. Sociali e artistiche, umane e culturali. Urbanistica partecipativa, turismo esperenziale, performing media e reinvenzione dello spazio pubblico sono gli ingredienti con cui questo progetto culturale vuole andare a rileggere le città usando web e territorio. Sembrano parole ma in realtà sono concetti che permettono di guardare al quotidiano con un altro sguardo e aprire la porta al viaggio. E in questo caso, l’anglofonismo che viene a riempire la pagina ha un suo perchè. E’ la risposta (alla mia, nda) domanda di come il web e le nuove tecnologie possano innovare in modo strategico il territorio per tornare a renderlo partecipativo e sociale. Ecco così i walkshow, passeggiate radioguidate come quella fatta a Tormarancia o al Parco di Centocelle, sulla Tangenziale Est, al Tuscolano, al Quadraro, Torpignattara, al Lago di Tutti all’exSnia, a Piazza Vittorio. Sono posti che sulle guide non trovate ma che sono tessuto sociale, reale, sono la parte viva di quel territorio che alcuni vorrebbero mummificare in un museo a cielo aperto.
Non solo Roma però, anche Milano, all’appena concluso Festiva della Crescita, il 27 e 28 ottobre le esperienze urbane si sposteranno ben più a sud, a Pisticci, per un workshop sul “Turismo di comunità” come strumento di sviluppo sostenibile, poi ancora a Milano al Forum delle Risorse umane. Insomma momenti intensi per i walkabout di Urban Experience, un nuovo modo di guardarsi attorno, un nuovo modo di viaggiare.

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